Gabriela Hess

Via Ciarello 19, Balerna
venerdì 23 dalle 16 alle 20
e sabato 24 maggio dalle 14 alle 22
DUE LUNE
L’atelier di arte e calligrafia Gabriela Hess ospiterà in occasione del WAD atelier aperto 2025, Natasha Melis per un gemellaggio intitolato “DUE LUNE” tra le due artiste. 
Sarà un dialogo fra due linguaggi diversi ma paralleli, nella ricerca di un’armonia stilistica che si fonda su un rapporto profondo, alimentato da una sintonia reciproca, sia umana che artistica.
Le opere realizzate con china e acquerello, sono un viaggio comune che verrà in questa occasione condiviso con gli ospiti che onoreranno gli spazi dell’atelier di arte e calligrafia di Gabriela Hess
“Nell’alfabeto dell’astrolgia, la giunzione di due lune è un segno geroglifico della magia lunare. Simbolo mistico di dualità e infinito, variabilità e mutevolezza. Emblema dell'inizio e della fine. 
 La luna racconta di un continuo e perpetuo movimento di rigenerazione”.

La scrittura torna a essere disegno
Gabriela Hess, artista e progettista visiva, è figura liminale e necessaria, capace di abitare i territori fluidi della comunicazione, del gesto estetico, del progetto come atto politico e poetico. Non rappresenta, non imita, non media: Gabriela è presenza. Una presenza composta, densa, che agisce in punta di piedi ma lascia orme profonde. Si muove tra i linguaggi come chi sa che nessuno basta, e che solo l’intreccio può dire l’essenziale.
Il suo tratto distintivo – e insieme la sua forza – è una silenziosa generatività: non impone, ma dischiude. In lei la scrittura torna a essere disegno, la grafica si fa pensiero visivo, la forma diventa relazione. Gabriela non decora, ma traduce. Quando si tratta di restituire complessità a un’idea, di incarnare un progetto in una forma che ne custodisca la verità e ne moltiplichi il senso, è lei che si interpella. Perché sa vedere, ma soprattutto sa ascoltare. E da quell’ascolto nasce una lingua terza, che non è compromesso ma esito – fragile e potente – di un processo profondo.
Gabriela è anche, e forse soprattutto, una professionista. Non come categoria chiusa, ma come condizione di apertura. Si adatta senza adattarsi, interpreta senza semplificare. Le sue radici sono mobili: si nutrono della differenza, ne fanno linfa. In ogni contesto riconosce l’umano prima del codice, la possibilità prima della regola.
Sia grazia, 2021
Acciaio inciso, 100 x 100 cm

Gabriela Hess

Via Ciarello 19, Balerna
venerdì 23 dalle 16 alle 20
e sabato 24 maggio dalle 14 alle 22
DUE LUNE
L’atelier di arte e calligrafia Gabriela Hess ospiterà in occasione del WAD atelier aperto 2025, Natasha Melis per un gemellaggio intitolato “DUE LUNE” tra le due artiste. 
Sarà un dialogo fra due linguaggi diversi ma paralleli, nella ricerca di un’armonia stilistica che si fonda su un rapporto profondo, alimentato da una sintonia reciproca, sia umana che artistica.
Le opere realizzate con china e acquerello, sono un viaggio comune che verrà in questa occasione condiviso con gli ospiti che onoreranno gli spazi dell’atelier di arte e calligrafia di Gabriela Hess
“Nell’alfabeto dell’astrolgia, la giunzione di due lune è un segno geroglifico della magia lunare. Simbolo mistico di dualità e infinito, variabilità e mutevolezza. Emblema dell'inizio e della fine. 
 La luna racconta di un continuo e perpetuo movimento di rigenerazione”.

La scrittura torna a essere disegno
Gabriela Hess, artista e progettista visiva, è figura liminale e necessaria, capace di abitare i territori fluidi della comunicazione, del gesto estetico, del progetto come atto politico e poetico. Non rappresenta, non imita, non media: Gabriela è presenza. Una presenza composta, densa, che agisce in punta di piedi ma lascia orme profonde. Si muove tra i linguaggi come chi sa che nessuno basta, e che solo l’intreccio può dire l’essenziale.
Il suo tratto distintivo – e insieme la sua forza – è una silenziosa generatività: non impone, ma dischiude. In lei la scrittura torna a essere disegno, la grafica si fa pensiero visivo, la forma diventa relazione. Gabriela non decora, ma traduce. Quando si tratta di restituire complessità a un’idea, di incarnare un progetto in una forma che ne custodisca la verità e ne moltiplichi il senso, è lei che si interpella. Perché sa vedere, ma soprattutto sa ascoltare. E da quell’ascolto nasce una lingua terza, che non è compromesso ma esito – fragile e potente – di un processo profondo.
Gabriela è anche, e forse soprattutto, una professionista. Non come categoria chiusa, ma come condizione di apertura. Si adatta senza adattarsi, interpreta senza semplificare. Le sue radici sono mobili: si nutrono della differenza, ne fanno linfa. In ogni contesto riconosce l’umano prima del codice, la possibilità prima della regola.